Giuliano Briganti
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La collezione dei disegni di Giuliano Briganti

di LAURA LAUREATI

L’idea di pubblicare il catalogo dell’intera collezione dei disegni di Giuliano Briganti non è nostra, non è originale, la paternità spetta ad un vecchio amico di Giuliano, Alessandro Bettagno (Soave 1919 - Verona 2004). Alcuni anni fa, forse alla metà degli anni Novanta, Sandro (Bettagno), poco dopo la morte di Giuliano, mi propose di ricordarlo pubblicandone il catalogo ragionato della collezione di disegni, prima che l’integrità della raccolta cedesse il passo alla divisione e quindi alla definitiva dispersione. Forse allora, vent’anni fa, io non fui pronta e pienamente disponibile davanti alla richiesta di Sandro che oggi si rivela in tutta la sua lungimiranza, forse lui stesso fu poi preso da altri progetti e non mi spinse a perseguire quell’idea e, di fatto, il progetto fu abbandonato. Lo stiamo riprendendo oggi a distanza di più di vent’anni perché con Luisa, seguendo anche oggi un suggerimento, quello di Fratello Lino della Comunità di Bose, abbiamo pensato che il Sito di Giuliano Briganti senza lo studio e l’illustrazione della sua collezione di disegni sarebbe imperfetto. E’ vero che qui nel Sito manca la biblioteca di Giuliano, ma quella è conservata, integra, a Siena e, accanto alla Fototeca, si può oggi consultare per intero. Giuliano teneva quasi tutta la collezione di disegni, o almeno la maggior parte, quella più preziosa, sulla parete interna, la più grande, e, naturalmente, senza finestre, della camera da letto. La luce era tenue, indiretta, il sole non ci batteva e la conservazione delle opere era ottima. Tutti i disegni, uno accanto all’alto, in un incastro perfetto di forme e colori, occupavano un loro spazio e si integravano perfettamente sulla parete chiara. Come nelle cinque grandi sale della Biblioteca i libri riempivano interamente tutte le pareti dal basso in alto, così anche i disegni. Alcuni, quelli meno importanti, si trovavano al Ferrone, nella villa Le Caselline, la bella casa con giardino e vigna nei pressi di Impruneta (Firenze), acquistata da Aldo e Clelia Briganti nel maggio del 1939 seguendo l’esempio di Bernard Berenson, con i Tatti a Fiesole, e di Roberto Longhi, con Il Tasso di via Fortini 30 a Firenze.

La collezione, io credo che fosse stata iniziata da Aldo Briganti, storico dell’arte e antiquario raffinato, e Giuliano l’avesse poi proseguita senza pensarci troppo, senza pensare che fosse una collezione, senza dare alla cosa una grande rilevanza, ma solo acquistando con piacere quei disegni che lo incuriosivano, lo appassionavano, quelli che incontrava sulla sua strada e poi comprava. Così la bella Testa di fanciulla del 1895 di Edward Burne-Jones, esposta nel 1969 alla grande mostra del Simbolismo di Luigi Carluccio e acquistata a Torino nel 1970 da Mario Tazzoli, rivelatasi poi preparatoria per il grande dipinto non finito, Il Carro d’Amore, conservato nel Victoria and Albert museum di Londra, oppure la bellissima Scala di Gustave Doré del 1879, o ancora l’inedito disegno preparatorio di Agostino Ciampelli con una Predicazione di San Paolo, o i Ritratti di Ottavio Leoni, le Battaglie di Simonini o i Paesaggi romani di Alessio de Marchis, o ancora la Vestale Tuccia di Annibale Carracci proveniente dalla collezione del conte di Ellesmere, la serie dei Proverbi di Giuseppe Piattoli, i due splendidi disegni di Charles Le Brun, la Notte e l’Aurora, preparatori per le incisioni, pubblicati nel 1988 da Pierre Rosenberg, la Veduta di Gaspar van Wittel o Venere e Adone di Pietro Testa. Non c’era un disegno prestabilito nella collezione perché Giuliano, come diceva lui stesso, era un “dilettante” e anche qui la parola “collezionista”, forse, gli sarebbe parsa troppo presuntuosa. Eppure questi disegni che, Ludovica Trezzani ed io, stiamo ora ordinando e catalogando attraverso il materiale fotografico che li documenta (pochi quelli rimasti qui nella casa di via della mercede 12a), non sono disegni comprati a caso, hanno un senso all’interno del “percorso studioso” di Giuliano, seguono l’ itinerario dei suoi studi: da Ciampelli, il più vecchio antagonista di Pietro da Cortona, a Pietro Testa, coetaneo del Berrettini, da Gaspar van Wittel, il padre del vedutismo, a Gustave Doré rappresentante di quella pittura fantastica e visionaria che Giuliano amava. Infine quei disegni e quegli acquarelli di Mino Maccari raccontano il Novecento, con ironia, quel Novecento che Giuliano aveva vissuto a Roma accanto a suo padre Aldo, a Carlo Socrate, per il quale, giovanissimo, dipingeva i cieli, a Francesco Trombadori, il padre dell’amico del cuore Antonello, e ai pittori di Villa Strohl-Fern.

Ecco questa è una idea, possibile, della collezione di Giuliano che, come la sua Biblioteca e la Fototeca, conservate oggi a Siena a Palazzo Squarcialupi, racconta un capitolo della sua vicenda, quella di uno storico dell’arte del Novecento, figlio sì dei Berenson, dei Croce, dei Longhi e dei Ragghianti, ma uomo aperto al presente, al futuro, al nuovo millennio e mai rivolto indietro, con nostalgia, al passato.
 
Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822)
Annibale Carracci (Bologna 1560 – Roma 1609)
Valerio Castello (Genova 1624 – 1659)
Sulpice - Guillaume Chevallier detto Gavarni (Paris 1804 – 1866)
Agostino Ciampelli (Firenze 1565 – Roma 1630)
Sir Edward Coley Burne – Jones (Birmingham 1833 – Fulham 1898)
Pietro da Cortona (Cortona 1596 - Roma 1669)
Gustave Doré (Strasburgo 1832 – Parigi 1883)
Marcello Dudovich (Trieste 1878- Milano 1862)
Pietro Fabris (attivo a Napoli tra il 1756 e il 1792)
Adolf Hirémy Hirschl (Temesvàr 1860 – Roma 1933)
Ernestus Adolphe Hyacintus Costantin Guys (Vlissingen, Olanda, 1802- Parigi 1892)
Charles Le Brun (Paris 1619-1690)
Ottavio Leoni (Roma 1578 – 1630)
Mino Maccari (Siena 1898 – Roma 1989)
Mino Maccari (2) (Siena 1898 – Roma 1989)
Francesco Mancini (Sant’Angelo in Vado 1679 – Roma 1758)
Alessio Pauciollo De Marchis (Napoli 1675 – Perugia 1752?)
Pietro Giacomo Palmieri (Bologna 1737 – Torino 1804)
Giuseppe Piattoli (Firenze 1743 – 1823)
Marco Ricci - (Belluno 1676 – Venezia 1730)
Francesco Antonio Simonini (Parma 1686 – Parma 1766)
Francesco Solimena (Canale di Serino, Avellino 1657 – Barra, Napoli 1747)
Pietro Testa (Lucca 1612 – Roma 1650)
Eduard Thöny (Brixen 1866 – Holzhausen ( Ammersee) 1950)
Gaspar van Wittel (Amersfoort 1652/53 – Roma 1736)