Charles Le Brun
Paris 1619-1690
L’Aurora
matita nera e rialzi in biacca su carta paglierina con tracce di quadrettatura, mm. 180x223
La Notte
matita nera e rialzi in biacca su carta paglierina con tracce di quadrettatura, mm.165x215
Bibliografia: Guillet de Saint-Georges,
Charles Le Brun, Mémoires inédits sur la vie et les ouvrages des membres de l’Académie Royale de Peinture et de Sculpture, ed. a cura di Louis Dussieux, I Paris 1854 p.6; Pierre Rosenberg,
Deux dessins du jeune Le Brun, in
Scritti di storia dell’arte in onore di Raffaello Causa, Milano 1988 pp.157-160 e figg.1 e 3; Bénédictine Gady,
L’ascension de Charles Le Brun. Liens sociaux et production artistique, Paris 2011 pp.69-74 figg.50 e 54 e p.428 note 240 e 241
Nel primo foglio è raffigurata, a destra, l’
Aurora, seduta e dal capo cinto da una corona; tiene in grembo un bambino e, dietro di lei, compare il gallo in atto di cantare. A sinistra un satiro dalle zampe equine, seduto anch’egli e cinto da una veste, è accompagnato da un asino pronto a ragliare.
Nel secondo foglio sono raffigurate due figure, entrambe nude: una femminile distesa, la Notte, e un satiro che tiene sotto di sé e abbraccia un bambino.
Nel 1988 Pierre Rosenberg pubblicava i due disegni, inediti, di Le Brun della collezione di Giuliano Briganti. nel volume in onore di Raffaello Causa, morto nel 1984, amico di entrambi. Lo studioso francese scriveva che i due fogli erano originariamente attribuiti a Giulio Carpioni, pittore del seicento veneto, senza precisare chi avesse proposto tale attribuzione e dove.
I disegni, quadrettati, sono preparatori per due delle quattro incisioni, raffiguranti i momenti del giorno, eseguite, su disegno di Charles Le Brun (
Charles Le Brun 1619-1690 Peintre et dessinateur, catalogo della mostra, Chateau de Versailles, Paris 1963 pp.150-151 nn.53 e 56) e precisamente per l’
Aurora e per la
Notte. Il primo stato delle quattro incisioni reca la scritta
F.L.D: Ciartres exc. (François Langlois, morto nel 1646) e fu infatti pubblicato da François Langlois detto Ciartres. Il terzo stato reca la scritta
Le Brun inv. fecit/ P.Mariette excudit. e il quarto reca la scritta,
A Paris, chez M. Poisson, cloître Saint- Honoré, maison de la maîtrise au fond du jardin.
L’incisione raffigurante l’
Aurora è accompagnata, in alto a sinistra, dalla scritta:
AURORA, mentre quella della
Notte reca la scritta
NOX.
Nel 1944 Anthony Blunt aveva pubblicato, in un saggio dedicato alle prime opere di Charles Le Brun, l’incisione de
L’Aurora (
The Early work of Charles Lebrun I, in “The Burlington Magazine” LXXXV, 1944 p.169 fig.1). Lo studioso riteneva che fosse stata eseguita prima del 1642 e la considerava, insieme alle altre tre della serie, un’opera giovanile del pittore francese. Blunt notava infatti che l’intera serie era citata da Georges Guillet- detto anche Guillet de Saint-Georges (1624/1625-1705)- uno dei più antichi biografi di Le Brun, tra le prime opere dell’artista (Guillet de Saint-Georges,
Charles Le Brun, Mémoires inédits sur la vie
et les ouvrages des membres de l’Academie Royale de Peinture et Scuplture, ed. a cura di Louis Dussieux, I, Paris 1854 p.6). Guillet de Saint-Georges, nella sua biografia di Charles Le Brun, in proposito scriveva:
Il a gravé à l’eau-forte sur quatre petites planches le Quatre parties du jour d’après ses propres dessins; en sorte que le matin, le midi, le soleil couchant et la nuit y ont chacun les accompagnements qui leur sont convenables. M.Mariette, graveur, a ces quatre planches dans son cabinet, en la rue Saint-Jacques.
Nel 1963 Jennifer Montague aveva identificato un primo disegno preparatorio di Le Brun per la figura maschile del gruppo de
L’Aurora, conservato nella collezione della Bibliothèque Nationale de Paris (
Charles Le Brun 1963 pp. 151 e 156-158 n.57). Qui la figura è simile nella posa delle braccia, nella posizione del corpo e del panneggio, al disegno finale della collezione Briganti e all’incisione, ma differisce nella posizione della testa, vista di profilo, e soprattutto nella realizzazione della parte inferiore del corpo che rappresenta un uomo e non un satiro dalle zampe equine come nel disegno definitivo e nell’incisione.
Bénédictine Gady ha recentemente ripubblicato i due disegni, nel frattempo passati nella collezione di Guido Briganti, il figlio dello studioso. Ha datato l’
Aurore al 1635-1642 e la
Nuit al 1638-1642.
Nell’inverno del 2015 i due fogli di Le Brun sono stati esposti in vendita da Francesca Antonacci e Damiano Lapiccirella a Maastricht Art Fair.
Laura Laureati
Gennaio 2016