Giuliano Briganti

Marcello Dudovich

 
Marcello Dudovich
Trieste 1878- Milano 1862
 
1. Giovane donna in abito da sera
tempera e matita su carta mm 50 x 31 
firmata in alto a destra: M.DUDOVICH
 
2. Giovane donna che strappa i petali di una magherita (o M’ama non m’ama)
tempera e matita su carta, mm 48,5 x 31,5
firmata in basso a destra: M.DUDOVICH
 
3. Coppia sul balcone
tempera e matita su carta, mm 48,5 x 30,5
firmata in basso a destra sotto la ringhiera: M.DUDOVICH
 
4. Il baciamano
tempera e matita su carta, mm 46,5 x 32
firmata in basso al centro: M.DUDOVICH
 
Provenienza: acquistate da Giuliano Briganti negli anni Sessanta- Settanta del Novecento
 
Inedite
 
L’opera di Marcello Dudovich, pittore, cartellonista, illustratore e grafico pubblicitario del Novecento, incuriosiva certamente Giuliano Briganti; lo attraeva al punto che nella seconda metà degli anni Settanta, intorno al 1978, al momento della scelta dell’argomento della tesi di laurea, mi consigliò, fra gli altri soggetti possibili, proprio lo studio dell’attività dell’artista triestino che, in quegli anni, era ancora quasi del tutto sconosciuto ai più.
Le quattro tempere, firmate, acquistate da Giuliano Briganti, non sono datate ma sono state certamente concepite insieme poiché identiche sono le misure e identico è il formato delle figure. Mentre nelle prime due carte sono illustrate singole figure femminili, l’una in abito da sera e l’altra in veste da passeggiata in campagna, nelle altre due compaiono piccole scene di coppia. Nella prima, un giovane uomo torna da una partita a tennis e raggiunge la sua innamorata; nella seconda assistiamo invece ad una galante scena di baciamano. Le quattro tempere sono certamente disegni preparatori per illustrazioni di riviste di attualità dei primi decenni del Novecento, riviste, per lo più di moda, per le quali Marcello Dudovich lavorò per tutta la vita.
Quel che è certo è che le tempere non siano state ideate per la rivista tedesca “Simplicissimus” per la quale l’artista, in qualità di titolare della pagina mondana e inviato speciale dai luoghi più esclusivi d’Europa, lavorò a fasi alterne ma, soprattutto e intensamente, dal 1910 al 1914, in forma più sporadica dal 1919 al 1926 e poi, di nuovo, dal 1932 al 1943. Gli anni importanti di attività per il settimanale satirico monacense furono i primi cinque. Dudovich eseguì, nelle diverse fasi, ben centonovantatre disegni che furono sempre pubblicati. La rivista è interamente consultabile online ed è stato quindi possibile escludere il rapporto tra queste quattro tempere e la pubblicazione di “Simplicissimus”.
Marcello Dudovich, originario di Trieste, su pressante richiesta del padre Antonio, a diciannove anni, nel 1897, si trasferisce a Milano. Il padre lo affida all’amico Leopoldo Metlicovitz, allora direttore tecnico delle Officine Grafiche Ricordi. Il giovane Dudovich lavora alla Ricordi per due anni, fino al 1898, come apprendista e sotto la guida del suo maestro. Negli stessi anni comincia anche a collaborare con altri stabilimenti litografici milanesi quali, tra gli altri, Gualapini, Cantarella e Modiano. Nel gennaio 1899 si trasferisce a Bologna attirato dalle offerte economiche, molto attraenti, dell’editore Edmondo Chappuis che lo assume come disegnatore. Inizia un’intensa produzione di cartellonistica. Collabora alla rivista bolognese “Italia che ride”. Nel 1901 s’iscrive alla “Associazione per le arti Francesco Francia” che raccoglie i migliori artisti bolognesi. L’anno seguente è tra i fondatori della rivista “Fantasio” e nel frattempo comincia a collaborare a diverse nuove testate quali “La Lettura”, “Novissima”, “Ars et Labor”, “Il Secolo XX”. Nel 1905 lascia Chappuis e si trasferisce per breve tempo a Genova, ma l’anno successivo torna a Milano, alla Ricordi, dove resterà fino al 1911, disegnando i cartelloni per i grandi magazzini di abbigliamento dei Fratelli Mele di Napoli. Nel 1909 viene nominato socio onorario dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Tra il 1910 e il 1914 collabora al settimanale satirico “Semplicissimus” di Monaco e si trasferisce nella città tedesca dove resterà fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Tra il 1915 e il 1920 vive a Torino e lavora per le case di produzione cinematografica realizzando manifesti per diversi film. Nel 1920 torna stabilmente a Milano fondando una società editrice, la Star. Nel 1920 partecipa alla XII Biennale di Venezia. In quel periodo inizia una proficua e continua collaborazione con i magazzini milanesi della Rinascente che si protrarrà fino agli anni Cinquanta. Nella seconda metà degli anni Trenta, tra il 1936 e il 1937, compie un lungo viaggio in Libia. Negli anni della seconda guerra mondiale vive a Milano dedicandosi sempre di più alla pittura pura, prediligendo lavori a tempera e riprendendo soggetti e temi della Belle Epoque. Nel 1962, subito dopo la morte, la sua città gli dedica la prima grande mostra retrospettiva al Civico Museo Revoltella.
 
Laura Laureati
 
10 aprile 2018